Cromoterapia naturale e benessere
E’ indubbio che la natura di presenta scenari dai svariati colori che alla loro vista ci danno beneficio mentale e psicologico, cosi come quando essa invece si riempie di toni grigi siamo più propensi alla depressione e tristezza. Questo è stato rilevato da studi sulle propensioni umorali delle popolazioni alle diverse latitudini del mondo e come le stesse, variando la luminosità dei colori in rapporto alla loro esposizione solare influiscano sugli stati umorali delle persone e ne influenzino la giornata.
Curarsi con i colori, questo è il principio della cromoterapia, che fa parte delle tecniche terapeutiche della medicina olistica o naturale, ma le cui origini sono remotissime. Già gli antichi Egizi solevano aggiungere pigmenti colorati alle loro polveri medicamentose per potenziarne gli effetti. Ma la cromoterapia si è sviluppata soprattutto in Oriente, dove si associa alla teoria dei chackra della medicina ayurvedica.
Secondo la tradizione ermetica, sia gli Egizi che i Greci facevano utilizzo di minerali, pietre, cristalli e unguenti colorati, oltre a dipingere le pareti stesse dei luoghi di cura. Nell'Antico Egitto ogni colore aveva un nome che ne identificava un "potenziale" cioè la funzionalità: il nero (KeM) è simbolo di fertilità; il giallo (KeNiT), che è sinonimo di "oro" come nell'alchimia, è simbolo di divinità solare (con funzione di irraggiamento continuo); il rosso (DeSHeR) è simbolo di sangue e fuoco, può essere un'energia positiva o negativa, ma è sempre sinonimo di estremismo, andando dall'estrema ostilità del "deserto" e del comportamento "folle" alla più grande bontà, perché un cuore forte e un sangue rigenerato sono sinonimi di buona salute e per gli antichi
La medicina tradizionale non ha ancora riconosciuto gli effetti della cromoterapia . L’effetto delle diverse tonalità sul nostro umore però è ormai comprovato, e i colori possono influenzare anche i parametri vitali: a dimostrarlo è uno studio del primario di Neurologia dell’Istituto San Raffaele Pisana di Roma, Piero Barbanti.
Lo studio ha analizzato non solo l’influenza dei colori sull’umore e sullo stato psicofisico dei pazienti, ma anche quella della presenza o dell’assenza di luce. Il nostro cervello subisce l’impatto delle diverse tonalità, innescando differenti reazioni chimiche che possono, ad esempio, aumentare o diminuire la produzione ormonale stimolando stati d’animo come tristezza o allegria.
I toni caldi, come le tonalità del rosso, hanno la proprietà di migliorare la predisposizione ad accettare le situazioni, la pressione, la frequenza cardiaca e l’attività muscolare. Quelli freddi come il blu invece sono utili in caso di ansia, tensione muscolare e ipertensione arteriosa.
Secondo i risultati, sono il verde e il blu i colori più scelti dalle persone: simbolicamente associabili con scenari rilassanti, sono consigliati spesso anche dagli arredatori per le tonalità delle stanze da letto.
È noto che il blu abbia un peso nel ridurre la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa e la frequenza del respiro, attivando il sistema nervoso parasimpatico. Inoltre, entrambi i colori stimolano la creatività e le capacità artistiche.
Naturalmente il rosso è considerato un colore “passionale”, non sempre legato a emozioni positive: può rappresentare l’amore e l’energia, ma anche la morte con un richiamo simbolico al sangue. La sua peculiarità principale è quella di stimolare l’aggressività, grazie all’aumento del testosterone nell’uomo: è dunque particolarmente indicato per attività fisiche come gare e competizioni, e per lo sport in genere.
Il nero è considerato un colore che può aumentare gli stati depressivi: è associato da sempre alla tristezza e all’angoscia. Secondo i risultati dello studio, chi subisce questi stati è più incline a scegliere colori “negativi”, come le tonalità del nero e del grigio, mentre tende a ridurre il rosso e ad abolire completamente quelli “positivi” come il verde e, in particolare, il giallo:
l’influenza esercitata dal sistema emotivo sull’ipotalamo mette il paziente in uno stato di rifiuto degli stimoli visivi importanti, preferendo toni poco luminosi, in perfetta sintonia con il più generale rifiuto della vita, tipico del depresso.
La luce blu viene utilizzata per la cura dell’ittero del neonato. Inoltre nei soggetti con depressione stagionale, rappresenta la prima scelta terapeutica.
“Lo stupefacente Potere dei Colori” di Jean-Gabriel Causse è un interessante libro che non solo chi è architetto, designer, stilista o grafico dovrebbe leggere. Causse ci rivela quanto il colore influenzi la nostra vita quotidiana e quanto i maghi del marketing abbiano capito tutto questo nella scelta delle tinte di brand, negozi o nelle vendite on line. Sapevate, per esempio, che avere lo schermo del computer in blu influisce positivamente sulla creatività?
Il verde è il colore più abbondante in natura, quello che l’occhio umano vede più spesso durante la giornata. Inoltre, la luce verde è anche quella che il nostro occhio è in grado percepire più facilmente e che la retina riesce a leggere in maniera corretta, senza troppe aberrazioni; è un colore che attrae e ispira al ringiovanimento e al rinnovamento.
Negli ultimi anni diverse ricerche scientifiche hanno confermato le molte virtù legate a benefici psicofisici del colore verde e fortunatamente la nostra Natura ci concede ancora il privilegio di fruirne ogni qualvolta ci accorgiamo di essa intorno a noi.
Il verde fa reagire prontamente
Lo spettro del verde si situa al centro del range di vibrazioni visibili dall’occhio umano, tra il rosso e il blu. Il colore verde suscita in noi un più veloce responso a causa della sua più forte stimolazione dei recettori visivi. I coni M sono deputati nella retina alla ricezione del giallo-verde.
Il verde fa leggere meglio
È stato dimostrato che il verde può migliorare l’abilità di lettura e comprensione: è stato riscontrato un beneficio mediamente apprezzabile alla velocità di lettura applicando un livello trasparente verde al testo stampato.
Il verde disseta
L’istintivo effetto rilassante si avrebbe perché in natura il verde segnala abbondanza di acqua, elemento indispensabile alla vita e al benessere, e quindi ci rassicura. Per la nostra origine animale, la visione di un’oasi virente è un segnale di umidità, sorgente e freschezza, e ci attira.
Il verde riduce lo stress
L’Università di Berna ha svolto un grande studio sugli effetti psicologici del colore nel 2007, commissionato dalla Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio (FP) e da ‘Medici per l’ambiente’, dimostrando che la percezione delle diverse sfumature di verde ha un effetto rasserenante. Stimola i sentimenti positivi e facilita la concentrazione, diminuendo il livello di stress e ansia. Inoltre abitare nelle vicinanze di parchi o di ‘zone verdi’ aumenta le competenze sociali e le capacità di integrazione.
Il verde reintegra la capacità di attenzione
I ricercatori della Heriot-Watt University di Edinburgo hanno fatto camminare diversi partecipanti allo studio, muniti di apparecchi Elettroencefalogramma portatili, in tre diversi contesti cittadini: nel centro storico, in un parco e in un’area commerciale. L’attività cerebrale nel camminare era sempre simile, non così la sua qualità e la scia di benessere: chi camminava nel parco mostrava molti meno segnali di stress e frustrazione. Anche il contesto naturale, quindi, impegna la nostra mente, ma con una sorta di impegno senza sforzo: “Si chiama attenzione involontaria, in psicologia – spiega la ricercatrice Jenni Roe – una modalità che consente di tenere alta l’attenzione mentre nel contempo si libera spazio per la riflessione”. Lo studio suggerisce che prendersi una pausa dal lavoro per una passeggiata nel verde, o anche solo per contemplare un’area verde dalla finestra, non è improduttivo, anzi “può avere un effetto ristoratore, ridurre la fatica e reintegrare le capacità di concentrazione”.
Il verde migliora l’intesa coniugale
Una vita più soddisfacente, meno stress, più efficienza al lavoro e miglior intesa sotto il tetto coniugale: sono tra i vantaggi di vivere in aree urbane più verdi. Lo suggerisce uno studio della Exeter University nel Cornwell, pubblicato nell’aprile 2013 su ‘Psychological Science’. Gli autori della ricerca condotta da Matthew White hanno raccolto quasi vent’anni di sondaggi a cui hanno partecipato oltre 10.000 adulti che vivono nel Regno Unito. Tra il 1991 e il 2008 i partecipanti hanno risposto annualmente a questionari relativi al loro benessere psicofisico, e i ricercatori inglesi hanno per la prima volta messo in relazione questi dati con gli spostamenti dei partecipanti verso aree più verdi.
Il beneficio che si ottiene dal vivere a contatto con la natura è tangibile e quantificabile, e addirittura può esser comparabile a quello ricavato da situazioni della vita importanti come avere un lavoro soddisfacente o un matrimonio felice. “Abbiamo constatato che vivere in un’area urbana con livelli di verde relativamente elevati – spiega White – ha un impatto significativamente positivo sul benessere, pari all’incirca a un terzo di quello dato da una felice vita matrimoniale. Questi dati devonodecidere come investire le risorse pubbliche, ad esempio per lo sviluppo o la manutenzione dei parchi”. Secondo i ricercatori non è necessario trasferirsi in campagna per beneficiare degli influssi positivi della natura, Ma basterebbe aumentare gli spazi verdi nelle aree urbane.
Questi sono gli elementi essenziali per un mondo sano e in equilibrio