Respirare consapevolmente per imparare a conoscersi
Ogni giorno della sua esistenza un organismo in salute, compie tutta una serie di attività incessanti e necessarie, affinché si possa esprimere al meglio la sua vitalità.
Dal primo respiro autonomo, effettuato al momento della venuta al mondo, si realizzano una media di 14/16 atti respiratori al minuto, per tutto il resto della vita.
Il fatto che la respirazione rappresenti un atto “scontato”, che si realizza per il solo fatto che siamo vivi, ci impedisce di accrescerne la qualità ed il grado di consapevolezza. Ogni volta che materia gassosa (aria) esterna raggiunge i nostri polmoni, espandendoli, così poi da arrivare a nutrire tutte le cellule del nostro corpo, noi permettiamo ad una piccola parte dell’universo circostante, di mescolarsi con l’universo presente in noi. Ogni volta che la stessa aria, ricca di elementi da smaltire, fuoriesce dai nostri polmoni, effettuando il percorso inverso, doniamo una piccola parte del nostro universo interiore, a quello macroscopico, che ci accoglie.
Una respirazione sana, naturale e consapevole consente all’organismo di mantenere un ph sanguigno ideale (ca. 7,4, lievemente basico), garantendo così il buon funzionamento dei vari organi e apparati che lo compongono. La respirazione naturalmente più sana, risulta essere quella comunemente definita DIAFRAMMATICA/ADDOMINALE (i bambini sono maestri in questo!), nella quale viene impegnato principalmente il muscolo respiratorio per eccellenza: il diaframma (dal greco: dia attraverso fragma chiusura, elemento di separazione).
Esso è un ampio e potente muscolo piatto, involontario, o meglio ancora si tratta di una potente lamina muscolo-tendinea, disposta a cupola, con la convessità diretta verso la gabbia toracica, che divide l’ambiente circoscritto da quest’ultima, da quello invece presente nella cavità addominale, ove sono naturalmente presenti due tipi di pressioni opposte, tali da consentire le funzioni vitali degli organi e dei visceri in essi presenti: contraendosi, produce dunque la diminuzione della pressione nei polmoni, i quali tendono a espandersi, richiamando aria dall’esterno: in tal modo si verifica l’inspirazione.
In linea generale, il diaframma mantiene la forma ad ombrello aperto, quando i polmoni si trovano nella fase di sospensione, fra una espirazione (fuoriuscita di aria) ed una nuova inspirazione (introduzione di aria). Ogni qualvolta che inaliamo aria, il diaframma si contrae, appiattendosi un poco e abbassandosi, tanto da determinare una dilatazione del "cilindro addomino-lombare", aumentando significativamente anche il diametro longitudinale di espansibilità dei polmoni (maggior espansione equivale a maggiore quantità di elementi gassosi indispensabili alla vita).
Durante l’esalazione invece, a seguito di un meccanismo di ritorno elastico delle fibre muscolari, il diaframma torna ad assumere la caratteristica conformazione a cupola: e così via, ad ogni nostro respiro.
Durante le fasi di una respirazione, intervengono anche altri muscoli toracici e presenti al livello del collo, al fine di contribuire ad una efficace attività respiratoria, sia in condizioni di riposo, che sotto sforzo.
Ma la respirazione resta quell’atto vitale diretto principalmente dal muscolo diaframma.
Questo muscolo, pur separando in maniera netta l’ambiente toracico, da quello addominale, in realtà risulta attraversato da diverse strutture organiche.
Infatti in esso sono presenti varie aperture che danno passaggio a vasi, nervi ed altre strutture che, dalla cavità toracica, si portano in quella addominale, e viceversa. Tali aperture sono:
Il forame della vena cava (all'altezza di T8), che è attraversato dalla vena cava e da alcuni rami del nervo frenico.
Il forame esofageo (all'altezza di T10), che è attraversato dall'esofago, dalle arterie esofagee e dal tronco vagale anteriore e posteriore.
Il forame aortico (all' altezza di T12), che è attraversato dall'aorta, dal dotto toracico e dalla vena azygos.
I forami minori del pilastro destro, che possono presentarsi in numero di tre o fusi in un'unica apertura, che sono attraversati dal grande nervo splancnico di destra, dal piccolo nervo splancnico di destra e talvolta dalla vena azygos
I forami minori del pilastro sinistro, che possono presentarsi in numero di tre o fusi in un'unica apertura, che sono attraversati dal grande nervo splancnico di sinistra, dal piccolo nervo splancnico di sinistra e dalla vena emiazygos.
L'arcata dello psoas, che è attraversata dal muscolo grande psoas e dal tronco del simpatico.
L'arcata del quadrato dei lombi, che è attraversata dal muscolo quadrato dei lombi.
I forami del Morgagni, che sono attraversati dai rami epigastrici superiori dell'arteria toracica interna e da alcuni vasi linfatici provenienti dalla parete addominale anteriore e dal fegato. [fonte wikipedia]
“Per mezzo mio vivete e per mezzo mio morite. Nelle mani ho potere di vita e morte, imparate a conoscermi e siate sereni“. Andrew Taylor Still (USA 1828-1917), padre dell’osteopatia e grande conoscitore dell’anatomia umana, così descrive il diaframma toracico.
In effetti, essendo attraversato anche da componenti del sistema neurovegetativo, esso viene direttamente coinvolto in tutte quelle che sono le reazioni involontarie a stimoli di varia natura (traumi, shock, emozioni, etc), determinando altresì anche stati distonici più o meno gravi (disfagia, disturbi del sonno, problemi posturali, etc).
Risulta così intuibile come, una sana e consapevole respirazione, ossia una sana e consapevole attività del diaframma toracico, svolga una basilare funzione anche nel modulare la nostra emotività e nel consentirci di essere più attori, piuttosto che passivi spettatori, del palcoscenico della nostra vita!